La storia di PAPA FRANCESCO: da buttafuori e cavia da laboratorio a Papa
«Mi hanno scelto dalla fine del mondo». Non aveva tutti i torti il cardinale Jorge Bergoglio quando venne nominato Papa Francesco, il primo extraeuropeo dopo 1300 anni. Prendere in mano le redini del Governo cattolico dopo un Papa dimissionario, anche questa una prima volta assoluta nella storia millenaria della Chiesa, non era facile eppure lui ci è riuscito con la forza dei sorrisi, dell’amore, dell’affetto buttandosi anima e corpo in una nuova avventura dopo le tante affrontate nel corso della sua vita.
PAPA FRANCESCO: NATO IN UNA FAMIGLIA DI EMIGRANTI ITALIANI
Jorge Mario Bergoglio nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936 da una famiglia di origini piemontesi: suo padre fa il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupa della casa e dell’educazione dei figli. Anche se il rapporto forte c’è con la nonna Rosa che per lui è la sua educatrice nella fede più importante. Amante del tango, il giovane Jorge cresce come tutti i ragazzi della sua età, tra la passione per il calcio (è tifoso del San Lorenzo) e una fidanzata (Amalia) in età adolescenziale.
L’IMPORTANZA DEI LAVORI PIÙ UMILI
A 13 anni lavora come addetto alle pulizie in una fabbrica di calzini spedito dal padre per cercarsi un impiego.
«Il lavoro è stata una delle cose che mi ha fatto più bene nella vita e, particolarmente nella fabbrica, ho imparato il lato buono e il lato cattivo di ogni mestiere umano»
Sono parole di Papa Francesco nella sua biografia “El Jesuita”. Poi ha pulito i pavimenti di un fioraio, ha anche fatto da cavia per un laboratorio chimico ed è stato un buttafuori in una discoteca. Quest’ultimo lavoro, tra l’altro, gli è stato utile per capire come spingere le persone a tornare a credere nella Chiesa:
«Come dice San Pietro, bisogna essere pronti per dare una spiegazione a chiunque chieda una ragione per avere speranza».
I DOLORI, LA CHIAMATA E IL SEMINARIO
Una persona normale che conosce il dolore morale e fisico (a 22 anni perde un polmone a causa di un’infezione: all’inizio lo avevano dato per spacciato ma poi il tutto si risolve al meglio con l’asportazione della parte superiore del polmone destro) e che, tra l’altro, usa i mezzi pubblici per muoversi (cosa che farà anche prima di diventare Papa visto che ha raggiunto il Vaticano in metropolitana).
Dopo aver preso il diploma da perito chimico nel 1955 entra nel Seminario di Villa Devoto:
«Era molto studioso, ma non si può certo dire che fosse un mistico. Aveva una specie di fidanzatina che viveva da quelle parti»
Confessa Bergoglio ad un suo amico divenuto poi giornalista. Una ragazza che Papa Francesco non fatica a ricordare: «Non mi ha sfiorato l’idea di sposarmi, ma quando ero seminarista rimasi molto colpito da una giovane che conobbi al matrimonio di uno zio. Mi sorpresero la sua bellezza, la sua luce intellettuale. Insomma pensai a lei per diverso tempo e non riuscivo a togliermela dalla testa».
LA “CHIAMATA” DI DIO
Il 21 settembre 1954 è il giorno che gli ha cambiato la vita. Jorge ha 17 anni e sta passeggiando davanti alla parrocchia di San José di Flores con degli amici e la fidanzata del tempo quando sente forte il richiamo di entrare. All’interno c’è un sacerdote che non conosce e Jorge chiede di confessarsi:
«Non so che cosa mi successe. Fu come se qualcuno mi afferrasse da dentro e mi trascinasse nel confessionale».
La confessione è lunga e durante questa il prete gli confessa di essere malato di leucemia e infatti morirà un anno dopo. Questo episodio gli cambia la vita: «In quel momento sentii che dovevo diventare prete. E non ebbi la minima esitazione».
L’11 marzo 1958 entra nel noviziato dei Gesuiti e nel 1963 si laurea in filosofia a Buenos Aires dopo un periodo di studi umanistici in Cile. A neanche 30 anni è già insegnante di letteratura e psicologia nel Collegio dell’Immacolata di Santa Fé e nel Collegio del Salvatore di Buenos Aires, ma non si sente soddisfatto e la sua fame di conoscenza lo porta a studiare teologia al collegio di San Miguel per una seconda laurea.
I PRIMI PASSI DA SACERDOTE
Il 13 dicembre 1969 viene ordinato sacerdote e frequenta il suo terzo probandato* ad Alcalà de Henares in Spagna. Il 22 aprile 1973 è pronto per la professione perpetua*: un momento fondamentale per Bergoglio che nel frattempo è maestro di novizi a Villa Barilari, San Miguel e professore di teologia e rettore del Collegio Massimo. Il 31 luglio 1973 il preposto generale dei gesuiti, padre Arrupe, lo elegge provinciale dell’Argentina.
Sono anni duri per l’Argentina, flagellata dalla violenza e dal terrorismo. I gesuiti guidati da Arrupe si schierano per una lotta contro le ingiustizie che pesano sull’umanità ma lui ne prende le distanze credendo nella dottrina sociale della Chiesa e non nel marxismo. È il tempo delle spaccature, delle prese di posizione e, nel suo caso, della mediazione e della vigilanza soprattutto dopo che un prete delle baraccopoli, Carlos Mugica, è stato assassinato, e due gesuiti, Orlando Yorio e Francisco Jalics, sono arrestati e torturati nella famosa Escuela de Mecànica de la Armada. I due verranno liberati cinque anni dopo e su Bergoglio pesava un pesante dubbio: era stato lui a denunciarli? Più tardi lo stesso Jalics affermerà di essere certo che non era stato lui a denunciarli, anzi.
* il periodo di tempo che l’aspirante alla vita religiosa premette al noviziato o al postulato perché non ha ancora l’età o le condizioni richieste per l’ingresso.
* l’accoglimento definitivo dell’invito di Dio che vuole consacrare totalmente a Sé la vita del religioso che attraverso i voti di obbedienza, povertà e castità annunciano che di fronte a Dio tutto è relativo
MISERANDO ATQUE ELIGENDO
Fino al 1986 è parroco della parrocchia di San José quando dopo aver terminato la tesi dottorale in Germania diventa direttore spirituale della Chiesa dei gesuiti di Cordoba. È il cardinale Quarracino a volerlo come suo stretto collaboratore a Buenos Aires e così il 20 maggio 1992 viene nominato Vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires da Giovanni Paolo II e il 27 successivo è ordinato Vescovo nella Cattedrale di Buenos Aires.
Come motto sceglie “Miserando atque eligendo” e nello stemma inserisce il cristogramma “ihs”, simbolo della Compagnia di Gesù. Nominato Vicario episcopale della zona Flores, il 21 dicembre 1993 diventa Vicario generale e nessuno si stupisce quando il 3 giugno 1997 viene promosso Arcivescovo coadiutore di Buenos Aires e alla morte del cardinale Quarracino il 28 febbraio 1998 diventa Arcivescovo di Buenos Aires, primate di Argentina, ordinario per i fedeli di rito orientale residenti nel Paese e gran cancelliere dell’Università Cattolica.
LOTTA PER UNA CHIESA PIÙ FRATERNA
Rivoluziona la comunità cattolica di Buenos Aires puntando su comunità aperte e fraterne, su un laicato consapevole, sull’assistenza ai poveri e ai malati e verso una evangelizzazione rivolta a tutti gli abitanti della città. Il 21 febbraio 2001 è Cardinale del titolo di San Roberto Bellarmino.
Per capire il personaggio, obbligò i suoi compatrioti che avevano organizzato delle raccolte fondi per presenziare alla cerimonia a Roma di restare in Argentina e di donare i soldi ai poveri. Non solo, nell’anno Santo del 2000 obbliga l’intera Chiesa argentina ad indossare le vesti della pubblica penitenza, per le colpe commesse negli anni della dittatura. È in questo periodo che sale agli onori della cronaca il suo gesto di baciare i piedi ad alcuni malati di AIDS in un ospedale.
IL PIÙ ELETTO DOPO RATZINGER ALLA MORTE DI WOJTYLA
Nel 2005 muore Giovanni Paolo II e si apre il conclave per il suo successore. Bergoglio è il più votato dopo Ratzinger nelle prime tre votazioni ma alla quarta rinuncia al papato tra le lacrime permettendo così al cardinale tedesco di diventare Papa. Al tempo stesso diventa Presidente dei Vescovi argentini fino al 2011 mentre l’appuntamento con il Papato è solo rimandato. Il 13 marzo 2013 viene eletto Papa con il nome di Papa Francesco. In quei giorni Bergoglio non ha mai perso il suo buonumore, come quando ha aiutato un collega cardinale malato a prendere la giusta dose di antibiotici nonostante la pressione che tutti gli mettevano addosso avvertendolo: «Attento, ora tocca a te». Lui non si è lasciato intimorire, anzi. Forse era già pronto nel 2005 o forse in questi anni ha pensato a cosa avrebbe potuto fare da Papa. Tanto, esattamente come ha iniziato a fare da subito.
I LIBRI ESSENZIALI DI PAPA FRANCESCO
Foto: Annett_Klingner (Pixabay)
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