Ricominciare a 40 anni: la storia di LEONARDO DEL VECCHIO iniziata con un fallimento
Tutti conoscono i nomi di Berlusconi, dei Benetton, di Cairo e di tanti altri imprenditori italiani, mentre non tutti conoscono il nome di Leonardo Del Vecchio. È strano perché si tratta di un uomo che nel 2022 valeva 27,3 miliardi di dollari: era il secondo più ricco d’Italia (dietro Giovanni Ferrero) e il 51° uomo più ricco del mondo (fonte Forbes). Eppure tutto è cominciato da un quasi fallimento poco prima dei 40 anni. Anche per lui, c’è un prima e un dopo i 40 anni.
LA STORIA DI LEONARDO DEL VECCHIO: PRIMA DEI 40 ANNI
Nato a Milano il 22 maggio 1935 nella periferia milanese di Baggio, Leonardo Del Vecchio nasce già orfano (suo padre, commerciante di frutta, muore prima che nascesse) ma questo non lo frena. A 7 anni sua madre Grazia non può più dargli da vivere e così lo manda all’orfanotrofio dei Martinitt. Un orfanotrofio famoso perché fu la casa anche di altri big dell’imprenditoria, come Edoardo Bianchi (biciclette), e da Angelo Rizzoli (editoria).
A 15 anni va a lavorare come garzone alla Johnson, una fabbrica di medaglie e coppe, dove gli viene consigliato di iscriversi ai corsi serali all’Accademia di Brera per studiare design e incisione.
A 22 anni lavora come operaio in una fabbrica di incisioni metalliche in Trentino, a 23 anni apre una sua bottega di montature per occhiali ad Agordo (Belluno). A 26 anni quella bottega diventa Luxottica sas con ben 14 dipendenti. La ditta è specializzata nella produzione di minuteria metallica per le occhialerie.
A 32 anni la prima svolta: Luxottica sas inizia anche a produrre minuteria metallica ma comincia ad assemblare pezzi realizzando i primi occhiali completi con marchio Luxottica. A 36 anni, Del Vecchio chiude la lavorazione per conto terzi e si dedica a produrre occhiali.
LA STORIA DI LEONARDO DEL VECCHIO: FRA I 40 E I 60 ANNI
Il passaggio è importante, ma gli permette di crescere. E di non fermarsi più. Certo, se nel 1975 gli avessero detto che dopo qualche anno sarebbe diventato un miliardario di fama internazionale, molto probabilmente non ci avrebbe creduto. Lo avrebbe sognato, ma non ci avrebbe creduto. Eppure…
A 46 anni parte alla conquista degli Stati Uniti. Siamo nel 1981 e acquista Avantgarde, un marchio statunitense di occhiali con cui entra nel mercato. Nel primo anno apre 4 nuovi stabilimenti e assume 4.500 dipendenti.
A 55 anni Luxottica viene quotata alla Borsa di New York. Inizia ad ascquistare altri marchi: da Vogue a Persol, da Ray-Ban a Sunglass Hut ecc.
A 60 anni la sua Luxottica è il maggior produttore e distributore sul mercato ottico mondiale.
LA STORIA DI LEONARDO DEL VECCHIO: DOPO I 60 ANNI
A quel punto inizia a diversificare i suoi affari: acquista dall’IRI, la SME che aveva le proprietà di Autogril, i Supermercati GS, Cirio ecc. Solo 5 anni dopo, Del Vecchio rivende tutto a Carrefour concludendo un grande affare.
Nel 2000, a 65 anni, Leonardo Del Vecchio porta Luxottica alla quotazione nella Borsa di Milano (indice MIB-30) e acquista altre società per entrare in nuovi mercati, come la OPSM per l’Australia, Oakley per il mondo dello sport.
Il 27 luglio 2004 chiude con Luxottica (più o meno) lasciando ad Andrea Guerra il ruolo di amministratore delegato di Luxottica. Ha 69 anni.
Tempo di andare in pensione? E perché, nello spirito è ancora giovane e si butta nel mondo dell’immobiliare: insieme al colosso francese Foncière des Régions, dà vita al maggior gruppo europeo dell’immobiliare. Oggi è a capo della Delfin Sarl con sede a Lussemburgo, con cui controlla quote in varie società, da EssilorLuxottica a Mediobanca e Assicurazioni Generali.
È morto a Milano il 27 giugno 2022.
TUTTO È INIZIATO CON UN FALLIMENTO
Quello che pochi sanno è che tutto questo poteva non esserci. Nel 1969, infatti, Leonardo Del Vecchio aveva 34 anni e aveva dato la prima svolta alla sua Luxottica passando dalla produzione di minuterie per conto terzi alla produzione di occhiali finiti con il suo marchio. Un passo che, però, necessitava di fondi, e lui non ne aveva più. E così si recò dal direttore della Banca del Friuli di Agordo che però gli negò un fido perché non lo conosceva. Lui non si arrese e provò altrove trovando il finanziamento presso la più lontana Cassa di Risparmio di Belluno. Grazie a quel fido, Del Vecchio liquidò i suoi primi soci e riuscì a pagare creditori e operai. Non era un caso, però. La zona di Agordo era già famosa per le aziende di occhialeria e lui, che era giovane, veniva da Milano e senza grandi fondi alle spalle, era visto con diffidenza. Nessuno pensava che sarebbe riuscito a competere con la concorrenza di società come Lozza, Marcolin e Safilo. Per dire, quando la sua piccola fabbrica riaprì dopo le ferie estive, il commercialista esterno che gli curava la contabilità gli disse:
«Ma come, non vi avevano chiuso il conto? Non siete falliti?».
Una frase del genere stroncherebbe chiunque, non lui. Quella frase fu la molla motivazionale che lo spinse a lavorare molto di più.
Questo è il suo motto?
«Io voglio essere il più bravo in tutto quello che faccio. Tutto qui»
Foto: Leonardo Del Vecchio (Amazon)
Fonte: Corriere della Sera
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