La storia del Convitto REGINA MARGHERITA di Anagni, una perla da riscoprire
Domanda: Ho visto che alcune edizioni de “Il Collegio” sono state girate al Convitto Regina Margherita di Anagni? Dove si trova? Cosa c’è nella realtà? Perché l’hanno scelto?
Dal 2020 al 2022 la location scelta per ambientare il reality show della Rai “Il Collegio” è stato il Convitto Nazionale Regina Margherita di Anagni, in provincia di Frosinone. Non si tratta di uno studio televisivo o di una scuola in disuso, il Convitto è davvero una scuola. Scopriamo la storia di questo posto meraviglioso.
Curiosità: Sapevi che ad Anagni è stato deciso il lato della strada in cui guidiamo in auto?
LA STORIA DEL CONVITTO REGINA MARGHERITA
Il Convitto Regina Margherita nasce nella sede dell’ex Convento Domenicano di San Giacomo, risalente al XIV secolo, e fu realizzato con l’intenzione di ospitare le orfane degli insegnanti elementari. La sua costruzione fu caldeggiata dal Sindaco di Anagni del tempo, Vincenzo Giminiani, e fu resa possibile grazie all’interessamento di Ruggero Bonghi, Ministro della Pubblica Istruzione dal 1874 al 1876. Bonghi era particolarmente sensibile al tema visto che lui stesso aveva avuto esperienza come convittore a Napoli. Il progetto di riqualificazione fu affidato all’ingegner Giulio De Angelis.
Fu inaugurato il 22 maggio 1890 dalla Regina Margherita di Savoia in persona che volle inaugurare il collegio che le veniva intitolato. La Regina si era spesa in prima persona con varie iniziative di beneficenza grazie alle quali si ottenne il denaro utile per la costruzione del Convitto.
Per Ruggero Bonghi, una eccellenza culturale di quell’epoca (aveva assidui incontri con Antonio Rosmini e Alessandro Manzoni), il Convitto fu una sorta di capolavoro personale: è qui che ha vissuto per molti anni, anche negli ultimi anni della sua vita.
Oggi è scuola riconosciuta dal MIUR.
PERCHÉ LA RAI SCELSE IL REGINA MARGHERITA PER “IL COLLEGIO”
Perché l’idea alla base del reality show è la stessa che aveva Bonghi quando ha pensato al Convitto Regina Margherita. Ad esempio, il Convitto ha ampi spazi all’aperto perché l’idea di Bonghi era che i giovani dovevano studiare il più possibile a contatto con la natura. Non solo, nel terreno adiacente al Convitto si coltivavano dei fiori utilizzati poi in laboratorio dove le convittrici seguivano lezioni di floricoltura e dove facevano delle composizioni floreali.
Nei primi anni, il Collegio possedeva una fattoria con diversi animali domestici e i prodotti venivano consumati all’interno della comunità convittuale. Bonghi stesso aveva deciso molti aspetti. Ad esempio aveva una particolare attenzione alla condotta del comportamento: sulla disciplina non si transigeva, tanto che arrivò perfino a far scrivere delle massime per i corridoi dell’Istituto che sollecitassero le ragazze a migliorare sé stesse ogni qualvolta che le leggevano. Un po’ quello che vediamo oggi nelle palestre con le frasi motivazionali (una cosa che oggi spacciano come rivoluzionaria).
NON SOLO IL “REGINA MARGHERITA”, GLI ALTRI CONVITTI DI ANAGNI
• IL LEONIANO: Il Regina Margherita non è l’unico Convitto di Anagni. Qui troviamo anche l’Istituto Teologico Leoniano creato per volontà di Papa Leone XIII il 22 agosto 1897 per la formazione accademica di presbiteri e candidati al diaconato permanente, oltreché di operatori pastorali e insegnanti di Religione Cattolica di ogni ordine e grado. Il “Leoniano” sorge dove prima c’era la chiesetta della Madonna della Mercede e fu realizzato dall’architetto Bonanni: tre piani con diversi spazi ad ampio respiro tra i quali la Cappella Maggiore ove è venerato un prezioso arazzo raffigurante la Mater Salvatoris, dono della diocesi di Ratisbona a papa Leone XIII.
• IL PRINCIPE DI PIEMONTE: L’altro Convitto di Anagni è il Principe di Piemonte. Nato come Orfanotrofio per l’INADEL, fu costruito nel ventennio fascista e fu inaugurato nel 1930. Il progetto fu dell’architetto Alberto Calza Bini che si era appena occupato del restauro del Teatro Marcello di Roma. Calza Bini costruì il Convitto intorno al monastero di San Pietro in Vineis, appartenuto dal XII secolo all’ordine delle Clarisse. Il Convitto, che oggi è di proprietà dell’Inps, è pieno di bellezze artistiche, dal “Coro delle Clarisse” agli affreschi “apocrifi” della Chiesa, passando per le “Storie della Passione”.
Ricordiamo che nella cattedrale di Anagni fu canonizzata Chiara d’Assisi nel 1255 e questa storia si percepisce forte fra queste mura che hanno visto il riconoscimento dell’ordine di Santa Chiara, l’attacco del Duca d’Alba e la gestione cappuccina del “ospedale di mendicità”. Da vedere anche lo stendardo dono regale della famiglia Savoia, il cui azzurro è oggi simbolo delle nazionali italiane.
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