Chi è FEDERICO RUFFO (Filorosso Revolution), una vita da giornalismo d’inchiesta senza paura: «Mia moglie capisce il mio attaccamento al lavoro»
Molti giornalisti tv e social fanno parlare di sé perché raccontano storie di tendenza, perché fanno inchieste su personaggi popolari, ma ci sono anche quelli che fanno inchieste molto più importanti e anche decisamente pericolose. E, purtroppo, questi non vengono tanto considerati come meriterebbero. È il caso di Federico Ruffo che forse molti hanno scoperto con “Mi Manda Raitre” e che hanno imparato a riconoscere per l’accento fortemente romano, il fisico possente che trapela dalle camicie attillate, la barba inconfondibile e quello stile personale ma efficace di conduzione. La storia di Federico Ruffo, però, è degna di un film su un giornalista d’inchiesta che pur di raccontare la verità andando a mettere luce sui fatti oscuri della vita, arriva anche a rischiare la vita. E allora scopriamo meglio la storia del conduttore di “Mi Manda RaiTre” e oggi di “Filorosso Revolution”.
Una vita di indagini al limite
Federico Ruffo è nato a Ostia (Roma) il 17 febbraio 1979 in una delle zone più difficili di questa cittadina. Viene da una famiglia di origini calabresi, e sin da giovane ha le idee chiare, vuole fare il giornalista. Ruffo inizia la sua carriera nelle tv private collaborando per tre anni con la redazione di Canale 10. Parallelamente, diventa corrispondente locale per importanti testate come “Il Tempo”, “Metro” e “Il Messaggero”. Nel 2001, la sua carriera prende una svolta significativa quando approda in Rai presso la redazione de “La vita in diretta”. Questo passaggio avviene grazie a un’inchiesta realizzata da infiltrato sul mondo dei combattimenti tra pitbull nella pineta di Ostia, che porta all’apertura di un’indagine a carico di un clan di nomadi da parte della Procura di Roma.
Il 2002 segna l’inizio della sua collaborazione con i programmi d’informazione di prima serata di Rai 2, per poi passare nel 2005 a Rai 3. Qui lavora nelle redazioni di “Mi manda Raitre” e di “Crash”, iniziando anche una collaborazione con “Le Iene”. Nell’estate del 2006, Ruffo si trasferisce a LA7, scelto da Antonello Piroso per la conduzione di una delle rubriche di Omnibus estate. La carriera di Ruffo prosegue nel 2008 con Mediaset, presso la redazione del “TG5”, e nel 2009 con “Report” di Milena Gabanelli. Nel 2010 torna al TG5, ma è nel 2011 che incontra Riccardo Iacona, che lo vuole nella redazione di “Presa diretta”. Qui, Ruffo realizza inchieste investigative ricorrendo spesso al lavoro sotto copertura, ottenendo numerosi riconoscimenti. Con Iacona nasce una collaborazione che porta anche alla scrittura del libro-inchiesta “Utilizzatori finali” sul turismo sessuale, raccontando il suo viaggio sotto falsa identità tra i turisti del sesso italiani in Thailandia.
Nello stesso anno, pubblica per Rizzoli “Gli orologi del diavolo”, un romanzo-inchiesta ispirato alla vicenda del testimone di giustizia Gianfranco Franciosi, un civile infiltrato per sette anni in un cartello internazionale di trafficanti di droga. Da questo libro è stata tratta l’omonima fiction campione d’ascolti di RaiUno con Beppe Fiorello.
Nel 2016, Ruffo partecipa al progetto sperimentale REC, realizzato in collaborazione tra le redazioni di “Presa diretta” e “Report”, sotto la guida di Sigfrido Ranucci. Questo progetto segna il suo ritorno alla redazione di “Report”. Alla fine dello stesso anno, il direttore di Rai 3, Daria Bignardi, lo sceglie per condurre e riscrivere il format de “Il posto giusto”, programma di Rai 3 dedicato al lavoro, seguito dalla conduzione in seconda serata di “FarWeb”, progetto sperimentale di inchieste sul fenomeno degli hater. Nel settembre 2020 inizia a condurre in coppia con Lidia Galeazzo “Mi manda Raitre” andando a sostituire Salvo Sottile, trasmissione che lo ha fatto conoscere al grande pubblico anche perché lui ha saputo dare uno stile diverso alla trasmissione. Secondo Ruffo, infatti, la trasmissione andava aggiornata esattamente come fu fatto in precedenza per “Chi l’ha Visto?” che non è più solo la trasmissione degli scomparsi com’era qualche anno fa.
È stato vittima di un attentato e di un furto
Nel novembre 2018, Ruffo è stato vittima di un attentato sventato per un soffio: il pianerottolo della sua casa di Ostia è stato cosparso di benzina. Questo evento non ha fatto altro che rafforzare la sua determinazione nel perseguire la verità e nel portare alla luce le ingiustizie. Più recentemente, nel novembre 2023, Ruffo è stato vittima di un furto scioccante. Mentre era a pranzo con la famiglia, qualcuno ha aperto la sua auto, rubandogli il cappotto e uno zaino contenente il suo computer e degli hard disk con un prezioso archivio di documenti, video e dossier. Nonostante abbia individuato la posizione del pc tramite un’applicazione, la legge non gli ha permesso di recuperarlo immediatamente. Fortunatamente, il portatile è stato ritrovato poco dopo, abbandonato vicino a un cassonetto.
Tanti riconoscimenti e Premi
Vista la carriera importante da giornalista d’inchiesta, Ruffo ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui:
- Il Premio Giornalistico Gaspare Barbiellini Amidei nel 2008 per l’inchiesta “Sopravvivere al mestiere”.
- Il Premio Sodalitas nel 2012 per il reportage “La cura”.
- Il Premio Ilaria Alpi nel 2013 per la “miglior inchiesta televisiva italiana sopra 15 minuti” con “Ladri di calcio”.
Il “problema” dell’aspetto fisico
Federico Ruffo è un bravissimo giornalista ma è anche un bell’uomo che ci tiene al suo aspetto fisico. E se per altri personaggi della tv questo sembra ovvio e normale, nel suo caso no e a “Vanity Fair” ha spiegato il suo fastidio per questo. Un fastidio assolutamente comprensibile:
Ho pagato molto per il mio aspetto, figlio del caso e della passione per lo sport. Si dice che l’abito non faccia il monaco, ma per i più lo definisce. A lungo, ho dovuto faticare per far capire che dietro questa mia corazza potesse esserci un contenuto, un’autorevolezza. Sono stato vittima di pregiudizio, di un body shaming al contrario. Mi è capitato di essere bersaglio di forme che non definirei di bullismo, ma di scarsa carineria. In una redazione già importante, mi avevano soprannominato “il bagnino”»
Vita Privata e Progetti Futuri
Federico Ruffo si è sposato molto giovane con la ragazza con cui stava sin da bambino. Tuttavia, questa storia non è finita bene e i due hanno divorziato. Dopo alcune convivenze non andate a buon fine, attualmente, è impegnato con Veronica Di Spirito, delegato di produzione della Fascino di Maria De Filippi. I due si sono sposati il 1 giugno 2024 ma hanno dovuto rinviare il viaggio di nozze per via dell’inizio di “Filorosso Revolution”. Gli impegni sono tanti e lui ha una forte etica del lavoro al punto da mettere da parte anche l’amore: «Beh, è saltato il mio viaggio di nozze (ride, ndr)! Lo faremo a dicembre. Per fortuna anche Veronica lavora in tv (è delegato di produzione, ndr) e capisce il mio attaccamento al lavoro», ha spiegato a “Tv Sorrisi e canzoni”.
Federico Ruffo non ha figli e questo gli manca: «Guardo i miei amici, che sono gli stessi dai tempi di scuola, e sento che mi manca qualcosa, quel che loro hanno. I figli, la routine. Poi, però, mi dico che io ho altro. Ho le persone che ho aiutato e quello che non ho aiutato, ho un libro diventato fiction. Ho un lavoro totalizzante, e se tante convivenze non sono andate bene il problema non possono essere gli altri», ha spiegato a “Vanity Fair”.
La dichiarazione d’amore a Veronica Di Spirito
Lo ha spiegato lui stesso in un post che è una doppia dichiarazione d’amore, una per il suo lavoro e una per la Di Spirito: «Veronica si sveglia alle 6, io alle 6.30. Veronica durante la settimana torna a casa alle 21, io tra le 22 e le 23. Il sabato lei lavora, la domenica mattina spesso lavora, io lavoro la domenica sera. A me e Veronica restano insieme, nello stesso posto, circa 8 ore, 6 delle quali sono notte fonda. A volte ci incontriamo solo al letto, con uno dei due già addormentato. Se guardi attentamente vedi tutto lo sforzo di aprire gli occhi, guardare l’altro e chiedergli “Amore, com’è andata oggi? “. La lotta per ascoltare la risposta e poter raccontare la tua di giornata. Io e Veronica non andiamo mai a dormire senza che uno dei due abbia detto “dormi bene”», ha spiegato il giornalista. Che poi le fa la dichiarazione più bella: «Io e Veronica non navighiamo nell’oro, tutt’altro. Lei da delegato di produzione a volte guadagna più di me, che farei il conduttore. Miracoli del giornalismo ai tempi dei social. Certi mesi fatichiamo, come tutti. Vacanze quasi mai, l’affitto che ti incombe sulla testa tutti i mesi. Non patiamo la fame, viviamo, ma non è la vita spensierata che tutti credono guardando la tv. (…) Veronica ed io siamo ricchi però. Abbiamo le mani stanche dell’altro. Abbiamo due ore insieme al giorno. Il resto sono nuvole e polvere».
Dove vedere in streaming i programmi di Federico Ruffo
Federico Ruffo ha condotto diversi programmi televisivi di rilievo, tra cui:
Mi manda Raitre (Rai 3, dal 2020)
Filorosso Revolution (2024)
Foto: Instagram – Fonti: Tv Sorrisi e canzoni, VanityFair
© Riproduzione riservata.