Chi è EDOARDO CAMURRI (Rai Cultura), il professore che tutti avremmo voluto a scuola
Edoardo Camurri
è una figura di spicco nel mondo della cultura italiana, noto per il suo lavoro come giornalista, scrittore e conduttore televisivo. Restiamo rapiti dalle sue trasmissioni. Magari facciamo zapping andando oltre i soliti 8, 9 canali e becchiamo una sua trasmissione. Diciamo “vabbé, resto due minuti…” e invece ci ritroviamo a guardare tutta la puntata uscendone con tante informazioni in più. Merito del suo stile di divulgazione culturale. Ah, magari ad avere professori capaci di insegnare come lui! In questo articolo, esploreremo la sua carriera e il suo contributo significativo al panorama intellettuale italiano. Conosciamolo meglio.
Indice
È laureato in Filosofia
Nato a Torino il 7 settembre 1974 ma oggi stabilmente residente a Roma, Edoardo Camurri è una figura poliedrica nel panorama culturale italiano, noto per la sua vasta attività come giornalista, conduttore radiofonico e televisivo, autore e scrittore. La sua carriera, segnata da un profondo interesse per la filosofia, la letteratura e la divulgazione culturale, ha avuto un impatto significativo su diversi ambiti della cultura italiana. Camurri si laurea in filosofia teoretica sotto la guida di Gianni Vattimo, discutendo una tesi sul dibattito tra Alexandre Kojève e Leo Strauss. Questo solido background filosofico segna l’inizio del suo percorso intellettuale. Scrive per importanti testate come “Il Foglio”, “Vanity Fair” e il supplemento domenicale del “Sole 24 Ore”, mostrando sin dall’inizio una spiccata capacità di coniugare rigore intellettuale e divulgazione.
Gli inizi in radio e poi la tv
La radio rappresenta uno dei principali canali attraverso cui Camurri comunica il suo pensiero. Conduce numerose trasmissioni su Radio 3, tra cui “Tabloid”, “Radio 3 Mondo”, “Prima Pagina” e “Pagina 3”. Dal 2017, insieme a Pietro Del Soldà, conduce anche “Tutta l’umanità ne parla”, una trasmissione che esplora tematiche culturali con un approccio innovativo e coinvolgente. Dalla radio alla tv, il passaggio è quasi naturale. Camurri debutta in televisione con “Omnibus Estate” e “Omnibus Weekend” su La7 nella stagione 2005-2006, ma il suo talento lo porta rapidamente su Rai 3, dove nel 2011 conduce “Mi manda Raitre”. La sua versatilità emerge anche in programmi come “Viaggio nell’Italia che cambia” e il talent show “PiTeco” su Rai Storia che diventa il suo canale di riferimento.
Dal 2015 al 2019, in occasione del Giro D’Italia, Camurri presenta la rubrica “Viaggio nell’Italia del Giro”, prodotta da Rai Cultura, unendo sport e cultura in un viaggio attraverso i luoghi storici del percorso della corsa rosa. Tra il 2015 e il 2018 è alla guida di “I grandi della letteratura italiana” su Rai 5, altro canale dove lo vediamo spesso, esplorando le vite e le opere di autori fondamentali. Successivamente, presenta “Punto di Svolta”, dedicato a figure iconiche della letteratura come James Joyce, Franz Kafka, Marcel Proust, Agatha Christie, Thomas Mann e Marguerite Yourcenar.
Nel 2020, Camurri assume la conduzione del programma “#maestri” su Rai 3, un progetto firmato da Rai Cultura in collaborazione con il MIUR, che rientra nell’offerta didattica multimediale “La scuola non si ferma”. Questo programma, che ospita divulgatori e docenti di diverse discipline, rappresenta un ponte tra la scuola e la divulgazione culturale. Negli ultimi anni ha condotto “Alla scoperta del ramo d’oro” sempre su Rai 3, un viaggio alle radici del genere umano tra filosofia, letteratura, arte e antropologia. Questo progetto evidenzia la sua capacità di rendere accessibili temi complessi a un pubblico più ampio.
La sua attività da autore tv e scrittore
Oltre alla sua attività televisiva e radiofonica, Camurri è anche autore di diversi libri. Tra le sue opere si annoverano “L’Italia dei miei stivali” (Rizzoli, 2007) e “Introduzione alla realtà” (Timeo, 2024) oltre ad aver scritto diverse prefazioni o interventi per libri di altri. È successo con “Necessità della sprezzatura” in “Il reato di scrivere” di Juan Rodolfo Wilcock (Adelphi, 2009), “Rendersi unici. Psichedelia e visione” in “Moksha” di Aldous Huxley (Mondadori, 2018), con il libro “La filosofia dei Duran Duran. Tre minuti e mezzo di vita” di Marco Ghiotto (Mimesis, 2019) e in “Guida stupefacente. Autoregolazione e riduzione dei rischi da uso di sostanze” di Tobia D’Onofrio (Agenzia X, 2024).
Inoltre, ha contribuito con l’intervento “Gnosticismo acido” in “La scommessa psichedelica” (Quodlibet, 2020).
La conoscenza secondo Edoardo Camurri
Il pensiero di Edoardo Camurri è profondamente radicato nella convinzione che la divulgazione culturale non debba limitarsi ai metodi tradizionali. Come ha dichiarato a “Linkiesta“, «la divulgazione culturale non debba essere fatta solo nel modo tradizionale, con un narratore che si presume onnisciente e ti racconta delle cose: la cultura avviene soprattutto nelle conversazioni tra persone, fuori dalle scene. Riportarla a giuste dosi dentro le scene è il modo più efficace per fare sì che chi è in ascolto (…) abbia più chance di ascoltare anche solo una parola che non gli risulti immediatamente familiare ma che proprio per questo lo incuriosisca, accendendolo, smuovendolo». Camurri crede fermamente nel potere della curiosità e dell’educazione continua.
Uno stile che è amato dal pubblico e anche dalla critica. Ad esempio, Aldo Grasso del “Corriere della Sera” scrive di lui che «lo stile di Camurri è il filo che tiene unito tutto il programma. Più che l’approccio molto sociologico di Zatterin, la sua conduzione ricorda il piglio delle grandi inchieste di Mario Soldati, entrambi animati dal guizzo leggero della curiosità per tutte le cose e le persone che incontrano». Grasso lo considera «il migliore animatore culturale della tv italiana». Simone Perotti del “Fatto Quotidiano” lo considera «tra gli ultimi a fare cultura “alta”. Cioè invitava in studio, su Rai Storia, studiosi, ricercatori, intellettuali, senza gravarli dei due mali giornalistici dell’epoca: il poco tempo e la semplificazione. Nel suo programma nessuno interrompeva l’intervistato, che era libero di srotolare il suo pensiero, e non c’era la mannaia dei pochi secondi che ormai dura ogni inutile intervista televisiva. Il suo “Alla Scoperta del Ramo d’Oro”, programma di gran pregio, da cui imparavo sempre cose nuove, era di gran lunga il miglior programma culturale della televisione italiana».
La chiave del suo successo? Il divertimento
È lo stesso Camurri a rivelare il segreto del suo successo, ovvero che non si limita a condurre una trasmissione, ma ama ciò che fa, come se fosse un gioco: «Mi diverto perché faccio una cosa che amo, ma soprattutto perché quando parlo di letteratura, ne va della mia vita». Tutto è iniziato ai tempi del Liceo: «Fui fortunato: incontrai un professore che ci fece leggere “I promessi sposi” spiegandoci che era un romanzo (…) sul Male. Ci fece leggere, parallelamente, “Il concetto di Dio dopo Auschwitz” di Jonas: solo un pessimo adolescente resta indifferente se gli viene chiesto di riflettere su come sia possibile conciliare l’esistenza di Dio con il manifestarsi dell’orrore. Quel professore ci dimostrò, allora, che nello studio de “I promessi sposi” la nostra vita si apriva all’abisso», ha spiegato a “Linkiesta”.
Questo si sente molto nel suo approccio alla divulgazione culturale che si discosta nettamente dai modelli tradizionali. Convinto che la trasmissione del sapere debba avvenire in modo non convenzionale, egli promuove un dialogo aperto e coinvolgente con il pubblico, favorendo una fruizione critica e consapevole dei contenuti. La sua insaziabile curiosità, unita a una sana dose di ironia e a un’irrefrenabile passione per la conoscenza, lo rendono un personaggio affascinante e sempre pronto a mettersi in gioco. D’altronde il motto preferito di Camurri, mutuato da Ernesto Rossi, riflette la sua indole anticonformista e il suo spirito critico. Una frase che invita a mettere in discussione le convenzioni e a cercare nuove prospettive, sottolineando l’importanza di un approccio non dogmatico al sapere. Ovvero: «Il più son balle».
La passione per la psichedelia
Oltre all’impegno nella divulgazione culturale, Camurri si distingue per un profondo interesse verso la psichedelia, un campo di studi emergente che indaga le potenzialità espansive della coscienza umana. La psichedelia, come trattata da Edoardo Camurri, è un concetto che abbraccia l’uso di sostanze psichedeliche e l’esplorazione delle loro potenzialità per espandere la mente e alterare la percezione della realtà. Questo tema è centrale in diverse opere e contributi di Camurri, dove viene analizzato attraverso una lente filosofica e letteraria, legata sia alla storia della cultura che all’esperienza personale. Ricordiamo che il termine “psichedelia” deriva dal greco “psyche” (mente) e “delos” (manifestare), indicando quindi qualcosa che “manifesta la mente”. La psichedelia è associata all’uso di sostanze come l’LSD, la psilocibina e la mescalina, che possono indurre stati di coscienza alterati, visioni e introspezioni profonde. Questi stati possono portare a esperienze mistiche, espansione della coscienza e cambiamenti duraturi nella percezione della realtà. La psichedelia, secondo Edoardo Camurri, è una porta verso una comprensione più profonda della mente e della realtà. Questa idea è ben rappresentata nel suo nuovo libro, “Introduzione alla realtà“.
Dove vedere i programmi di Edoardo Camurri su RaiPlay
Viaggio nell’Italia che cambia
I grandi della letteratura italiana
Foto: Alla scoperta del ramo d’oro (Rai)
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