ULTIMO, una vita come un film: «Non vado sul palco per fare il figo»
Che storia quella di Ultimo. Anche se è ancora giovanissimo (è nato il 27 gennaio 1996), Niccolò Moriconi, vero nome di Ultimo, ha già vissuto mille vite e ora finalmente è diventato una star della musica italiana con migliaia di fan ai suoi concerti negli Stadi. Già, perché Ultimo è uno dei pochissimi in Italia che può vantarsi di avere fan veri, persone reali che pagano un biglietto e sono talmente tanti che non basta uno stadio da calcio. Non è come quelli che si spacciano per essere dei divi perché hanno tante visualizzazioni anche se poi si esibiscono solo in spazi piccoli. Il successo di Ultimo è meritato e nei concerti dà il massimo, soprattutto dopo la pandemia. E lui lo dice chiaramente in una bella intervista a “La Repubblica”:
«Non essere sul palco è non vivere: io sento di esistere nel momento in cui le persone cantano insieme a me le cose che ho scritto, se mi togli questo mi togli il senso della vita. Non vado sul palco a fare la star né a fare il fico ma per fare qualcosa per e con la gente»
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OGGI È UN UOMO NUOVO
La sua storia di successo è iniziata nel 2018 quando si fece conoscere al festival di Sanremo, fino ad allora era solo uno dei tanti ragazzi che sognavano di diventare famoso. 2018, mica vent’anni fa, e nel frattempo c’è stato il successo clamoroso e lo stop per il Covid. Anni in cui lui è cambiato, ma rimanendo sempre il ragazzo umile, maturo e riflessivo degli inizi:
«Prima volevo arrivare alla gente, ora voglio fare cose che rimangano. Credo che le persone percepiscano se uno scrive una cosa per il successo o se cerca di fare un percorso per durare nel tempo. Sono cambiato, dunque? Credo di sì, fare hit single è bello e rispettabile, ma a me interessa altro: che le persone capiscano quello che faccio e vengano ai miei concerti per avere qualcosa di più»
LA VITA DA STAR DELLA MUSICA, MA ALLA ROVESCIA
L’artista tutto sesso, droga e rock ‘n roll? Non è il caso di Ultimo, anzi. Anche se giovanissimo, ha la maturità di chi ne ha viste tante. E in questo, forse, la pandemia lo ha aiutato. Quante star si sono bruciate perché travolte dall’enorme successo, lui invece quando avrebbe potuto perdersi è stato bloccato dal Covid. Un periodo terribile che però gli ha permesso di riflettere su di sé e sul sé artista:
«Non sono uno che crede che quando si sta male si scriva di più, non ho l’atteggiamento dell’artista sofferente che scrive alle tre di mattina, anzi. Io mi sveglio alle cinque di mattina e vado a dormire alle nove, il contrario della rockstar»
UNA VITA CHE SEMBRA UN FILM
La sua sembra davvero un film. Proviamo a immaginarlo così:
La prima scena: Si vede Ultimo dietro le quinte, primo piano sul suo viso. Ha gli occhi chiusi dietro una porta. Sullo sfondo sentiamo una folla ululante che grida il suo nome, “Ultimo! Ultimo! Ultimo!”.
L’inizio di tutto: Cambio immagine. Ora vediamo un ragazzo crescere nella periferia di Roma, zona San Basilio. Questo ragazzo cresce con il sogno di diventare cantante, ma tutti gli dicono che ha la stoffa, è bravo, ma non ce la farà mai. Figurati, quello è un mondo dove arrivano solo in pochi. Lui però non si arrende, canta dovunque sia possibile, si esibisce in qualsiasi locale, anche il più piccolo davanti a pochi spettatori.
L’occasione: Non si arrende e visto che, effettivamente, è uno di quei talenti che emergono una volta ogni vent’anni o forse più, riesce ad arrivare a Sanremo. Non è il favorito, non lo conosce nessuno, poi con quel nome… E invece presenta un brano che stupisce tutti (Il ballo delle incertezze) e vince “Sanremo Giovani”.
Il grande “ma”: Tutti si accorgono di lui e va nel Sanremo dei Big. Capirai, gareggia contro big come Francesco Renga, Patty Pravo, Il Volo, gente con una carriera enorme. Oppure contro i big dei social o dei talent, da Federica Carta a Enrico Nigiotti, Achille Lauro, Irama ecc. Ma dove vuoi che vada? E invece vince. O meglio, arriva secondo dietro Mahmood (con “Soldi”) ma solo per il voto delle giurie perché il pubblico aveva votato di più lui.
La rabbia: Quel ragazzo, ormai ventenne, apprende la prima grande lezione: non conta se piaci a tutti, devi piacere a quelli che contano. Lui non ci sta, giustamente, e in sala stampa tira fuori tutta la rabbia di quel ragazzo che sognava un futuro da cantante. Non sta attaccando i giornalisti della sala stampa, sta attaccando tutti quelli che sin da piccolo gli dicevano che non ce l’avrebbe fatta.
Il successo: Quel giorno Ultimo apprende anche la lezione più importante: che piace al pubblico. Le sue canzoni fanno il pieno di visualizzazioni e di ascolti su Spotify e Amazon Music. Non solo, arrivano anche 51 dischi di platino e 15 dischi d’oro.
La domanda diventa sempre più grande e i produttori provano ad organizzare un grande concerto addirittura allo Stadio Olimpico di Roma. Scommessa stravinta: a 23 anni, Ultimo è l’artista più giovane di sempre a esibirsi negli stadi. Ultimo non è più un cantante qualsiasi, ormai è un big.
Il successo strozzato: Forti del successo del 2019, i produttori si concentrano su di lui e organizzano un tour nei maggiori stadi italiani del 2020 e in pochi giorni finisce tutto sold out. Wow!
Ora vediamo Ultimo che ripensa a quel ragazzo seduto sugli scalini di una strada di San Basilio e un sorriso felice gli esplode sul viso. Neanche nei suoi sogni più grandi l’avrebbe immaginato…
Arriva il Covid: Questo vale per tutti, non solo per lui, ma la pandemia, il lockdown, le restrizioni, il mondo cambia e quel tour (e tutti gli altri) viene annullato. Anche nel 2021. Ultimo si ritrova da solo, nella sua stanza, davanti ad una finestra da cui vede le strade vuote. Avrebbe dovuto cantare davanti a migliaia di persone e invece, niente. Pubblica dei video sui social, alcune canzoni, anche un intero album, ma anche se quei video vengono visti da milioni di fan, non sono la stessa cosa.
«Fare dischi è bello e importante, ma il concerto è un rito comunitario, artista e pubblico diventano una cosa sola»
(La Repubblica)
Si esibisce al Colosseo:
Ultimo però non è uno qualsiasi e così i suoi produttori riescono a farlo esibire nello stadio più importante del mondo, il Colosseo di Roma. Ne viene realizzato anche un documentario (vedilo su Amazon Prime). Tutto molto bello, ma sembra l’ennesima emozione strozzata, come quel festival di Sanremo in cui è arrivato secondo.
Il finale, finalmente si riapre tutto: Siamo al gran finale, la pandemia è migliorata, gli stadi si riaprono e i concerti ripartono. Il tour può cominciare, si aggiungono altre date, tutte subito riempite. Il film comincia con lui che apre quella porta e davanti a lui ci sono le decine di migliaia di persone di uno Stadio.
Ultimo sorride e si emoziona. Proprio come quel ragazzo di San Basilio che sognava di esibirsi in un qualsiasi locale.
Foto: @ultimopeterpan (Instagram)
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