Dal Presepe al Panettone: tutte le domande sulle TRADIZIONI DI NATALE
Domanda: Perché a Natale facciamo l’albero e il presepe? Perché ci scambiamo i regali? Quali sono e da dove arrivano le tradizioni di Natale?
Ormai fanno parte della nostra cultura e neanche ci facciamo caso, ma come sono nate le tradizioni di Natale? Le diamo per scontate come se ci fossero sempre state e invece molte di queste non sono antichissime, anzi, sono piuttosto recenti. Vediamo quali sono e i loro significati:
COME È NATO IL PRESEPE?
È una delle tradizioni di Natale più diffuse. L’idea del presepe viene dai Vangeli, in particolare i Vangeli di Luca e Matteo narrano della nascita di Gesù ma non danno ulteriori particolari (grotta, bue, asino, nomi dei Magi) che derivano invece dai Vangeli apocrifi.
La sua rappresentazione moderna risale a San Francesco D’Assisi che lo rappresentò per la prima volta nel 1223 a Greccio (Rieti), dopo essere rientrato dalla Palestina. Si trattava di una rappresentazione fatta con persone in carne e ossa, come il “Presepe Vivente” che si organizza ancora oggi in qualche paese. A Greccio oggi si trova anche il Museo del Presepe che puoi visitare virtualmente a questo indirizzo.
Nelle Chiese il Presepe arriva nel XV secolo per l’esattezza in Emilia: Arnolfo di Cambio lo mise in piedi in forma inanimata scolpendo otto statue.
COME È NATO L’ALBERO DI NATALE?
Secondo la leggenda, debuttò grazie a San Bonifacio il quale tra il 673-754 circa ebbe l’idea di addobbare un piccolo abete per convertire i popoli germanici: la leggenda narra che il missionario vide in Germania delle persone intorno a una quercia la viglia di Natale, lui tagliò l’albero e al suo posto nacque l’abete, ovvero l’albero sempreverde. Per San Bonifacio fu un segno del destino e vide nell’abete la rappresentazione dell’Albero della vita. Le candele accese erano il simbolo della discesa dello Spirito Santo sulla terra con la nascita del “bambino Gesù”.
L’albero di Natale è un abete addobbato di cui si hanno le prime documentazioni in Alsazia nel 1512 ma è la città di Riga (Lettonia) a dichiarare di essere la città con il primo albero di Natale moderno realizzato nel 1510. Questa è la webcam con l’immagine della cattedrale e dell’albero.
Si tratta di una tradizione ripresa dal passato: l’abete era sacro a Odino, potente dio dei Germani. In Italia la prima ad addobbare un albero è stata la Regina Margherita nell’Ottocento.
Nel Medioevo era consuetudine decorare gli abeti con mele e altri frutti invernali e, secondo la leggenda, un anno ci fu una scarsa raccolta di mele e quindi per addobbare l’albero si usarono delle sfere di vetro.
COME È NATO BABBO NATALE?
La figura di Babbo Natale o Santa Claus, è la più importante durante le feste natalizie. Il personaggio deriva da San Nicola, vescovo di Myra (attualmente Demre, in Turchia), che secondo la leggenda ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli rapiti ed uccisi da un oste. Il nome Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di San Nicola e in alcuni Paesi viene ancora presentato con abiti vescovili, ma dal XVII secolo viene illustrato come un signore barbuto e paffutello con un mantello verde lungo fino ai piedi e ornato di pelliccia.
Per dire, in “Canto di Natale” di Dickens è lo Spirito del Natale presente.
LA COCA COLA HA INVENTATO BABBO NATALE?
L’uomo con la barba vestito di rosso è stata una intuizione dello scrittore americano Clement Clarke Moore con la poesia “A visit from Saint Nicholas” che lo raccontò alla guida di una slitta trainata da renne e con un sacco pieno di giocattoli.
Down the chimney St. Nicholas came with a bound.He was dressed all in fur, from his head to his foot,And his clothes were all tarnished with ashes and soot;A bundle of toys he had flung on his back,And he looked like a pedler just opening his pack.
(San Nicola scese dal camino con un balzo. Era vestito tutto di pelliccia, dalla testa ai piedi, e le sue vesti erano tutte macchiate di cenere e fuliggine. Un fagotto di giocattoli che aveva gettato sulla schiena, e sembrava un venditore ambulante che ha appena aperto lo zaino).
È nel 1862 che l’illustratore Thomas Nast lo disegnò come lo conosciamo per la prima volta per “Harper’s Weekly” con giacca rossa, barba bianca e stivali. È vero, invece, che la Coca Cola lo ha universalizzato con le sue pubblicità a partire dagli anni ‘30 ma era già stato usato come “testimonial” in alcune pubblicità precedenti.
SOLO BABBO NATALE PORTA I REGALI?
No, lo fanno anche San Nicola (6 dicembre, è festeggiato soprattutto in Germania dove in questo giorno i bambini lasciano delle scarpette sui davanzali delle case sperando che vengano riempite con delle caramelle), Santa Lucia da Siracusa (la Santa patrona della luce visita le case e porta doni e felicità la notte del 13 dicembre) e San Martino (non il 25 dicembre ma l’11 novembre) e le cronache del passato narrano che probabilmente i primi doni natalizi furono scartati in Francia, a vantaggio dei bimbi.
In Spagna a portare i doni sono i Re Magi durante la festa dell’Epifania (il 6 gennaio).
In Svezia è il Tomte, un piccolo folletto che in origine proteggeva le famiglie e i casolari.
Secondo le leggende olandesi Babbo Natale vive tutto l’anno controllando il comportamento dei più piccoli per scegliere quelli che tra loro sono stati più bravi e vanno perciò accontentati con il presente che desiderano.
In Svezia, invece, si sente molto Santa Lucia: la figlia maggiore (o la mamma se ci sono solo figli maschi) interpreta la Santa indossando una tunica bianca, una cintura rossa e una corona di candele accese e offre dolci ai membri della famiglia.
CHI HA INVENTATO LE CARTOLINE DI NATALE?
La tradizioni di Natale delle cartoline è iniziata negli anni sessanta del XIX secolo e la prima ufficiale è stata realizzata a Londra nel 1843: fu l’uomo d’affari inglese Henry Cole, che lavorava alle poste britanniche, a commissionare al disegnatore John Callcott Horsley la realizzazione di 1.000 cartoline natalizie da inviare ai propri amici. La cartolina raffigurava una famiglia intenta a festeggiare il Natale con un brindisi a base di punch e la scritta “A Merry Christmas and a Happy New Year to You”.
Le cartoline nascono dai cosiddetti “pezzi natalizi” che nel XIX secolo usavano gli studenti per dimostrare ai genitori i loro progressi nella scrittura.
L’usanza di inviare gli auguri per il nuovo anno, però, risale già al XV secolo.
PERCHÉ CI SCAMBIAMO GLI AUGURI?
Lo rivela Isabella Dalla Vecchia nel libro “Anche a te e famiglia“: un “àugure” era un sacerdote che aveva il compito di interpretare il volo degli uccelli, considerati messaggeri degli dei, quindi un segno poteva essere di buono o di pessimo auspicio.
I doni si scambiavano già ai tempi dei Saturnali romani, la festa pagana dell’antica Roma che si festeggiava fra il 17 e il 23 dicembre in onore di Saturno e l’Età Saturnia.
COSA SI MANGIA LA SERA DELLA VIGILIA?
In Italia la tradizioni di Natale in fatto culinario è quella di mangiare pesce con in tutte le altre vigilie religiose, all’estero non è proprio così. E così, in Finlandia si mangia il prosciutto di Natale che è una sorta di stinco arrosto, mentre in Polonia si servono dodici portate, tante quanti erano gli Apostoli, e una specie di ostia (Oplatek) posta al centro del tavolo: ogni commensale deve mangiarne un pezzetto. Quest’ostia rappresenta il “corpo di Cristo” che nasce proprio la sera della vigilia e infatti una sedia viene lasciata vuota come se Gesù Bambino fosse a cena con la famiglia. Per il cibo, si mangia una zuppa di barbabietole, ravioli ai funghi, gnocchi ripieni e piatti a base di aringhe e carpa. In questo senso, consigliamo di vedere il simpatico film polacco di Natale “David e gli elfi“.
Le dodici portate si ritrovano in molte culture, anche in quella russa.
Nelle Filippine la famiglia mangia tutta insieme nella cosiddetta “noche buena” con il queso de bola o “palle di formaggio”, di solito edam, e hamon o “prosciutto di Natale”,
In Svezia c’è lo “Julbord”, un buffet che include tutti piatti tradizionali della cucina svedese.
Nella Repubblica Ceca si attende l’arrivo di Jezisek, o “piccolo Gesù”, e si tende a digiunare la Vigilia per essere in grado di vedere il “maiale d’oro”. Poi fra le tradizioni di Natale ci sono le “premonizioni” con diversi riti diversi:
- il taglio trasversale delle mele: se appare una stella nel centro, l’anno che verrà sarà di successo, se invece appare una croce no.
- le ragazze lanciano le scarpe dietro le spalle: se la punta dei piedi tocca la porta, la ragazza nell’anno che verrà troverà marito.
- il versamento di piombo fuso in acqua: dalla forma che il piombo assume raffreddandosi emerge un responso, utile a predire il futuro.
In Germania si mangiano i biscotti di pan di zenzero e di cioccolato e un pane dolce preparato il giorno della vigilia. In Europa del Nord e in particolare in Olanda si mangia una cioccolata calda in tazza e i bambini preparano il “Letterbanket”, una torta a forma della lettera iniziale del cognome della famiglia. In Giappone invece c’è una tradizione recente: le famiglie mangiano il pollo fritto al punto che nel 1974 la catena di fast food KFC ci ha creato intorno una campagna pubblicitaria. La cena si chiude con una torta di pan di spagna, fragole e panna.
CHI HA INVENTATO IL PANETTONE?
Sono due le leggende principali sulla nascita del panettone, una delle tradizioni di Natale. Secondo la prima fu Messer Ulivo degli Atellani, falconiere milanese, che innamorato della figlia del fornaio si fece assumere come garzone nel forno e qui inventò un dolce per conquistare il padre e, quindi, la figlia.
La seconda leggenda, invece, narra che il panettone fu cucinato per la prima volta dal cuoco di Ludovico il Moro sempre a Milano che fu incaricato di preparare un pranzo di Natale a cui erano stati invitati molti nobili locali. Il cuoco realizzò tutto ma si dimenticò il dolce che restò per errore nel forno e si bruciò. A quel punto un piccolo sguattero della cucina, Toni, pensò a un dolce d’emergenza con quello che c’era in dispensa, ovvero farina, burro, uova, scorza di cedro e qualche uvetta. Da qui il nome: «L’è ‘l pan del Toni».
Il primo a scriverne, invece, fu Cristoforo di Messisbugo, un cuoco di Ferrara che ne trascrisse con precisione anche la gustosa ricetta.
CHI HA INVENTATO IL PANDORO?
Il tipico dolce veronese risalirebbe addirittura all’antica Roma visto che ne parla Plinio il Vecchio nel primo secolo dC. Negli anni è diventato un dolce tipico ma a brevettare la ricetta e la forma di stella a otto punte fu Domenico Melegatti il 14 ottobre 1894. La forma fu data dal pittore impressionista Angelo Dall’Oca Bianca.
In antichità veniva chiamato “pan de oro”.
GESÙ È NATO IL 25 DICEMBRE?
Questa data sarebbe convenzionale ed è stata adottata già all’incirca intorno al III-IV secolo. Sembra che Gesù sia nato intorno al 6-7 a.C. ma la tradizione di festeggiare il 25 dicembre deriva non dal cristianesimo bensì dal paganesimo, in particolare dall’Imperatore Aureliano che volle unificare tutto il mondo romano fissando un unico giorno per le festività del popolo (Dies natalis) riconoscendo nel giorno di Natale un Dio unico. L’arrivo del Sole tipico della fine del mese di dicembre, con la fine dell’inverno, fu sostituito dalla nascita di Gesù, poi il resto lo fece Papa Giulio I entro l’anno 352.
Ad Oriente dell’Impero, infatti, inizialmente la nascita di Gesù veniva festeggiata il 6 gennaio, quando da noi si festeggia l’Epifania. Ovviamente, a seconda dei Paesi e del credo religioso, la gente ha festeggiato negli anni divinità differenti, spesso nello stesso periodo del nostro Natale.
QUANDO È INIZIATO L’AVVENTO? E PERCHÉ SI USA UNA CORONA?
L’avvento è il tempo liturgico che precede il Natale, ma nasce molto tempo fa, intorno al IV secolo. In quei tempi la Chiesa primitiva stabilì un periodo di digiuno fra il giorno di San Martino (11 novembre) e il giorno in cui in origine si festeggiava la nascita di Cristo, ovvero il 6 gennaio. Si tratta di 40 giorni di digiuno, proprio come i 40 giorni precedenti alla Pasqua.
Riguardo alla corona di fiori, invece, ancora oggi molte persone scelgono di mettere una corona di fiori sulla porta d’ingresso. L’usanza nasce in Austria e in altri Paesi mitteleuropei che usano la corona dell’Avvento per scandire il tempo che manca al Natale. Di solito, la corona circonda quattro candele che vengono accese, una alla volta, nelle quattro domeniche che precedono il giorno di festa.
PERCHÉ SI REGALA LA STELLA DI NATALE?
Si tratta della poinsettia, chiamata comunemente “Stella di Natale”. La tradizione dice che una pianta venne regalata a Gesù per la sua nascita da un bambino povero, che gliela offrì entrando in una chiesa. Una lacrima del piccolo divenne rossa e toccò una foglia, da lì il colore della pianta.
È strano che sia stata scelta questa pianta ornamentale che in realtà con il Medio Oriente non c’entra nulla visto che è di origine messicana. Forse perché la sua fioritura avviene in pieno inverno quando le giornate sono più corte e per avere una buona fioritura la pianta deve stare per buona parte della giornata al buio.
PERCHÉ SI USA L’AGRIFOGLIO?
Molte decorazioni delle tradizioni di Natale sono realizzate o rappresentano le foglie dell’agrifoglio perché rappresentano la corona di Cristo.
DI QUANDO SONO LE CANZONI DI NATALE PIÙ FAMOSE?
L’inno ufficiale è “Stille nacht” (“Astro del ciel” in italiano), tradotta in 65 lingue e scritta nel 1818 da Joseph Mohr, curato del paesino di Oberndorf, Germania. La storia delle altre canzoni famose la trovi in questo nostro articolo dedicato proprio sulla storia delle canzoni di Natale che sono una delle basi delle tradizioni di Natale.
Foto: Nennieinszweidrei (Pixabay)
© Riproduzione riservata.