Guida alla POLITICA spiegata semplice. Smettila di farti guidare dai trucchetti e inizia a guidare tu!
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LA CAMPAGNA ELETTORALE
Qui arriviamo al nocciolo della questione. Qual è il vero obiettivo di un politico? Vincere le elezioni. Questo conta, il resto è solo una conseguenza.
Ecco perché il vero politico deve essere uno che ama le pubbliche relazioni e non tanto uno bravo a “fare” le cose. Mettersi dietro una scrivania a “fare” è un suicidio politico perché le ore a disposizione sono quelle e se le si impiega fra mille riunioni per le decisioni fondamentali, allora non si sta sui social o nelle piazze. E se non si è presenti, si sparisce. E se si sparisce, semplicemente non si esiste. Tradotto: si perdono le elezioni.
E questo a prescindere da quante ottime decisioni, quante buche abbia tolto e da quanto sia migliorata la sua città o la sua area di competenza. Se il politico si rinchiude in ufficio e tappa tutte le buche e aumentasse il turismo di un paesino migliorandone l’economia, l’opposizione punterebbe sulla scarsa illuminazione pubblica, sulla raccolta differenziata che non è al meglio ecc. I problemi ci sono ovunque, qualcosa su cui puntare per screditare l’avversario c’è sempre.
E l’obiettivo dell’opposizione, e qui si torna al punto di base, non è tanto migliorare la città (per quello potrebbe collaborare con la maggioranza) ma vincere le prossime elezioni. Come? Spostando l’attenzione dai successi del Governo ai suoi insuccessi. Per questo il politico non può permettersi di stare in ufficio. Meglio i bagni di folla dei comizi, le cene con l’elettorato, gli incontri, i contatti, il sentirsi al centro delle attenzioni di tutti. Questo è il vero politico. Chi “fa” sono invece gli amministratori, lo staff di legali ed economisti che ci sono dietro: sono loro che preparano le proposte di legge, le interrogazioni, che gestiscono l’agenda e tutto il resto. Almeno ad alti livelli, poi è chiaro che un amministratore locale spesso deve fare tutto da solo. Più o meno, perché nei grandi comuni ci sono squadre di tecnici alle spalle del Sindaco e degli assessori.
COME È CAMBIATA LA CAMPAGNA ELETTORALE
Se guardassimo prima una Tribuna Elettorale degli anni ‘7 o ’80 e poi un talk show di oggi sembrerebbe che il mondo si è completamente ribaltato. È vero, la tecnologia ha fatto passi da gigante, anche la mentalità degli italiani è cambiata, ma la differenza è quella di un film di Stanlio&Ollio e un cinepanettone.
Una volta i candidati andavano in tv e si sfidavano sulle ideologie senza specificare i programmi, perché non erano interessati a convincere qualcuno in base al “cosa“, ma in base al “perché“. Le elezioni si vincevano nelle case a livello locale, con i rappresentanti nei piccoli paesi che facevano comizi, promettevano qualcosa di utile che interessava localmente. Si votava per le ideologie: la classe operaia, quella imprenditoriale, la sinistra, la destra, il centro cristiano, il mondo diviso fra oppressi e oppressori.
Tutta roba da libri di storia. Oggi viviamo in un’era diversa dove sinistra e destra non hanno più senso. Le ideologie di oggi sono quelle dei social, sono battaglie che nascono e muoiono in un batter di hashtag e una campagna elettorale basata su una ideologia sarebbe un suicidio. Oggi abbiamo tutti una cultura scolastica di base e la tecnologia e i social ha trasformato in esperti anche i bambini che infatti sono sempre più coinvolti. La soluzione della politica? Non parliamo del “perché”, ma del “cosa” e, soprattutto, del “chi”. Quindi, spazio a programmi dettagliati dove c’è dentro di tutto e spazio ai politici influencer: i leader politici sono dei frontman, quasi delle rockstar.
L’obiettivo dei politici di oggi è quello di analizzare i temi che possono funzionare per delle nicchie di pubblico e puntare forte su quelle. Per forte si intende, martellare l’elettorato con slogan e messaggi semplici ma ripetuti all’infinito. Le tribune elettorali di oggi sono i talk show in tv, che servono fondamentalmente a rinforzare le idee di chi è già convinto di votare un certo partito, ma il grosso della promozione si fa online. Non è un caso che quando era Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte faceva le conferenze stampa in diretta su Facebook e non in tv.
Ci sono società di marketing che realizzano siti internet e pagine social di informazione che producono notizie che stimolano il proprio elettorato e che cercano di manipolare il modo di pensare del popolo per convincere il maggior numero di persone. Fake news? Anche, ogni metodo è utile per arrivare alla vittoria.
Al resto ci pensano gli opinionisti dei vari talk show che servono proprio a convincere chi è indeciso: se una cosa la dice Di Maio ha un certo effetto, se la dice Scanzi ne ha un altro. Non a caso chi segue acriticamente i talk show saprebbe ben definire quale opinionista ha opinioni vicine a un politico o a un altro: parlano gli opinionisti, in realtà stanno parlando i politici di riferimento.
MANIPOLARE LA REALTÀ: GLI SLOGAN
Quando negli anni ‘90 Berlusconi vinse le elezioni con slogan come “Meno tasse per tutti” in realtà stava solo usando una tecnica conosciuta molto bene nel mondo della pubblicità (il primo “Forza Italia” fu fondata sulle competenze e il know how di Publitalia), quella delle “frasi ad effetto”.
Prima questa era completamente sconosciuta alla politica: come abbiamo scritto, si parlava di ideologie, non del cosa fare in pratica.
Questa tecnica è talmente piaciuta alla politica che oggi ha sostituito i programmi e le intenzioni dei politici. Nell’era dei social, dei motori di ricerca e delle keywords, ormai spiegare qualcosa impiegando tre minuti non ha senso, figurarsi parlare per mezzora di argomenti tecnici. Ecco perché i politici cercano degli slogan e li ripetono all’infinito.
Ripeterli all’infinito permette anche di identificare il politico con un tema ben preciso.
MANIPOLARE LA REALTÀ: IL FRAMING
Questo però non basta perché dire cosa vogliamo fare non ha lo stesso impatto di distruggere l’operato degli avversari. Per questo serve la tecnica del “framing”. Cos’è? Le coalizioni controllano, ciascuna, un certo numero di organi di informazione: stampa di carta e online e conduttori e opinionisti di talk show e ognuno di questi ha un compito preciso: raccontare solo una parte della realtà. Lo abbiamo scritto in precedenza, riferendoci agli opinionisti dei talk show.Facciamo un esempio. Ipotizziamo che al governo ci sia il Centrodestra: il Centrosinistra vorrà che gli italiani pensino che il Governo abbia lavorato male e che l’Italia sia un Paese povero e quindi sui giornali, in tv, nelle piazze, su internet, ovunque, assisteremo solo ad interviste e tabelle in cui si dipinge una tristezza assoluta. Al tempo stesso, se ci informassimo sugli organi di informazioni dei partiti al Governo vedremo interviste di speranza e tabelle che parlano di crescita.
Idem, governa il Centrosinistra? Allora secondo gli organi di informazione del Centrodestra vedremo un’Italia con un enorme problema di sicurezza, un Paese sull’orlo della guerra civile: stupri, violenze, scippi, rapine e così via. È la famosa manipolazione della realtà e, purtroppo, è una cosa che accade da tutte le parti, in tutto il mondo. Quindi attenzione a prendere per buono tutto quello che si sente sui giornali, in tv o sul web, soprattutto sui social: i bot sono profili social creati ad hoc (spesso hanno 0 follower e una storia inesistente) giusto il tempo di commentare positivamente o negativamente una notizia.
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