La storia di STEPHEN KING: la vita da film del Re del Brivido
Domanda: Ho sentito che la storia di Stephen King è più interessante di quella che ha raccontato nei suoi libri. È vero che ha avuto problemi di droga? Come è diventato famoso?
Tutti conoscono il nome di Stephen King e i suoi tantissimi libri. Anche chi non ne ha mai letto uno, ha probabilmente visto un film tratto da un suo libro, ma quanti sanno davvero chi è Stephen King? Quanti conoscono la vita di Stephen King?Leggi anche: il vero significato di “Misery non deve morire”
UNA VITA DA ROMANZO: SUO PADRE LO HA ABBANDONATO A 2 ANNI
Il nome completo è Stephen Edwin King, nato a Portland il 21 settembre 1947, lo scrittore cresce con sua madre perché suo padre, quando lui aveva appena due anni, un giorno esce di casa per andare a fare una passeggiata senza mai più presentarsi a casa. Stephen e sua madre cominciano a girare in varie parti degli Stati Uniti seguendo i lavori che lei riusciva a trovare: stiratrice in una lavanderia, lavoratrice notturna in una panetteria, donna delle pulizie, qualunque cosa permettesse a Stephen e a suo fratello maggiore David Victor (adottato nel 1945) di crescere nel migliore dei modi possibili.
Come se non bastasse, all’età di 4 anni vede morire un suo amico mentre stavano giocando nei pressi di una ferrovia: il bambino cade sulle rotaie e muore.
Da bambino era spesso malato: di morbillo, alla gola, alle orecchie, tonsillite.
I PRIMI RACCONTI VENDUTI AI VICINI DI CASA
Fu proprio durante la convalescenza da tonsillite che, a 6 anni, iniziò a scrivere con una tecnica particolare, trascriveva i fumetti e vi aggiungeva le sue descrizioni. Poi, incoraggiato dalla madre, iniziò a scrivere anche storie originali, ad esempio una delle prime riguardava quattro animali fatati impegnati ad aiutare i bambini: il capo era il coniglio bianco Signor Orecchie Magiche.
Fu sempre in questo periodo che cominciò a leggere molto, da Edgar Allan Poe a H.P. Lovecraft e nel 1960 invia il suo primo racconto, “Spaceman“, a una rivista di fantascienza. Si trova anche la lettera inviata dal futuro scrittore.
King già scriveva per il “Dave’s rag”, un giornale realizzato da suo fratello e distribuito ai vicini di casa e coetanei. È in questi anni che affina e stimola la sua creatività. Negli anni si appassiona al genere horror e guardando il film “Il pozzo e il pendolo” (tratto da un racconto di Poe) ne fa una sua trascrizione letteraria e lo vende agli amici: i professori però lo scoprono e lo obbligano a restituire i soldi. Gli stessi professori lo puniranno più avanti quando lui, diventato direttore del giornale scolastico, decide di trasformare gli articoli classici in testi umoristici che prendevano in giro gli insegnanti. Il mondo sembra spingerlo a non continuare a scrivere e invece lui continua anche perché nel 1966 il “Comics review” gli pubblica il suo primo racconto “I was a teenage grave robber”. Non smetterà mai più di scrivere, anche all’università e successivamente quando diventa insegnante di lettere.
L’INCONTRO CON SUA MOGLIE E IL PROBLEMA DELL’ALCOL…
È proprio all’Università che il futuro re del thriller incontra quella che sarebbe diventata sua moglie, la poetessa e laureanda Tabitha Jane Spruce. La coppia ha tre figli, Joseph Hillstrom, Owen Philip e Naomi Rachel e per il giovane scrittore mantenerli, insieme a sua moglie, ad un certo punto rende la sua situazione finanziaria insostenibile. Sempre più frustrato per il fatto di non guadagnare abbastanza, King inizia la sua “relazione” con alcool e droghe, come ha rivelato poi a “Rolling Stone”:
«Ho iniziato a bere a 18 anni. Ho realizzato che avevo un problema più o meno quando il Maine è diventato il primo Stato ad emanare una legge sul reso di bottiglie e lattine. Non si poteva più gettarle nella spazzatura, ma dovevi raccoglierle e portarle ad un centro di riciclo. E in casa bevevo solo io, mia moglie beveva se mai un bicchiere di vino e basta. Insomma, una sera vado in garage e il bidone della spazzatura che usavo per le birre era pieno fino all’orlo. Era stato svuotato la settimana prima. Io bevevo più o meno una confezione di birre a sera. E ho pensato: “Sono un alcolizzato”. Era il ‘78 o il ‘79. Ho pensato anche “devo stare molto attento, perché se qualcuno venisse a dirmi “Bevi troppo, devi smettere”, io non sarei capace».
…E POI DELLE DROGHE
Più o meno in quel periodo sono comparse anche le droghe pesanti come la coca di cui è stato un consumatore accanito dal 1978 al 1986 circa, e se per l’alcol poteva anche aspettare, la cocaina doveva assumerla ogni giorno e tutto quel periodo per lui è molto sfocato. Con il tempo è la scrittura ad essere diventata la sua droga e a riempire la sua vita:
«È una delle poche cose ora che prendo meno e ha un maggior effetto. Di solito con droga e alcol, più ne prendi meno fanno effetto, nel tempo. Scrivere è sempre ottimo, ma crea dipendenza, diventa un comportamento ossessivo-compulsivo. Per esempio, lavoro sei mesi alla prima stesura di qualcosa, e poi mi fermo del tutto per dieci, dodici giorni per lasciar decantare il tutto. Ma durante quei giorni faccio ammattire mia moglie, che dice “Togliti di mezzo, esci da casa, vai a fare qualcosa, dipingi una casetta per gli uccelli, qualunque cosa!”».
LE DIFFICOLTÀ
Oggi è uno scrittore di successo (con un patrimonio personale di circa 450 milioni di dollari), ma all’inizio della carriera non era così. Per anni, infatti, King ha vissuto in un dormitorio di Orono (scrivendo di notte sotto le coperte) oppure in una roulotte con moglie e due figli a Hermon, ha lavorato come spazzino, in una pompa di benzina e in una lavanderia, mentre la moglie Tabitha arrotondava lo stipendio di insegnante facendo le pulizie e lavorando in un negozio di ciambelle. Per diverso tempo, infatti, King ha vissuto grazie al salario minimo da insegnante di 6.400 dollari l’anno.
King non si arrende e scrive e invia i suoi manoscritti sperando che qualcuno li acquisti e si accorga di lui. Come “Sword in the Darkness” che trattava delle rivolte razziali nell’America degli anni Sessanta, ma anche come “Squad D”, “L’uomo in fuga” o “La lunga marcia” che sono stati pubblicati successivamente.
Tutto questo fino all’incontro con il suo primo editor Nye Willden che riesce a vendere i suoi primi racconti brevi a varie riviste ed editori. Poi è importante l’incontro con l’editor Bill Thompson che lo aiutò a riscrivere il finale di “Carrie”.
Un giorno il suo editor vende i diritti di “Carrie” per appena 2.500 dollari: il libro è un successo commerciale con milioni di copie vendute ed è l’inizio del successo. Per i diritti dell’edizione tascabile di “Carrie” gli arrivano oltre 200 mila dollari.
Il 19 giugno 1999 una svolta drammatica: un minivan blu lo travolge sul viale di casa quasi uccidendolo. Si salva ma pensa a ritirarsi dalla scrittura. Dopo sette operazioni e una lunga riabilitazione riesce a rimettersi in piedi e l’affetto dei fan lo convincono a ricominciare a scrivere. Non solo, per sopportare i dolori dopo l’operazione doveva assumere un antidolorifico di cui è diventato dipendente: ha dovuto disintossicarsi anche da questo.
Con il tempo ha raccontato di quell’episodio:
«Mi rendo conto di avere rischiato di essere ucciso da un personaggio uscito da un mio romanzo. Piuttosto divertente»
UN UOMO NUOVO
Gli eccessi del passato sono solo un ricordo, oggi Stephen King è riuscito a trovare l’equilibrio giusto e riesce a godersi anche il denaro guadagnato. Si è trasferito prima in Colorado e successivamente in una grande villa a Bangor che conta ben 28 stanze da letto. Una bella soddisfazione per lo scrittore che ha ottenuto da ragazzo il Bachelor Science of English e che è un patito di musica rock (suona in una band, la “Rock Bottom remainders”, composta da soli scrittori come, tra i vari, Scott Turow, Matt Groening, creatore dei “Simpsons“). Anche perché i soldi e il lusso non hanno affatto limitato la sua aspirazione e lui continua a mietere un successo dietro l’altro. Ecco qui sotto un video della band:
I LIBRI PER CONOSCERE DAVVERO STEPHEN KING
I veri fans dello scrittore possono prendersi una pausa dai libri DI Stephen King e leggere dei libri SU Stephen King. Questi sono gli essenziali.
“On Writing”
invece è il suo saggio di scrittura che è considerato un capolavoro del genere. Un libro che tutti gli aspiranti scrittori dovrebbero leggere perché è qui che spiega il suo metodo, le sue tecniche e tutti i suoi segreti di scrittura. È diviso in tre capitoli:
• “Curriculum vitae”: è il racconto della sua formazione, sul “prima”
• “La cassetta degli attrezzi”: spiega cosa serve per diventare uno scrittore
• “Sullo scrivere”: le fasi dello sviluppo creativo dall’idea alla pubblicazione
• “Sul vivere”: il racconto dell’incidente del 1999 e di come sia tornato a vivere grazie alla scrittura.
Credit foto: @StephenKing (Twitter)
© Riproduzione riservata.