Chi è ANNIE ERNAUX: La storia, i libri e perché ha meritato il Nobel per la letteratura
Domanda: Chi è Annie Ernaux, il Premio Nobel per la Letteratura 2022? Cosa ha scritto? Perché ha vinto? Di cosa parlano i suoi libri?
Annie Ernaux ha vinto il Premio Nobel per la letteratura un po’ a sorpresa perché molti davano per certi altri autori più conosciuti e autori di best sellers. Alla fine, invece, è stata lei a vincere “per il coraggio e l’acutezza clinica con la quale scopre le radici, gli allontanamenti e i vincoli collettivi di memorie personali”. In particolare perché lei scrive “in modo coerente e da diverse angolazioni, esamina una vita segnata da forti disparità di genere, lingua e classe. Il suo percorso verso la professione di scrittrice è stato lungo e arduo”. Questo si legge nella motivazione. Ma chi è Annie Ernaux? È una vittoria meritata?
CHI È ANNIE ERNAUX
Nasce a Lillebonne (Normandia) il 1º settembre 1940, A
nnie Ernaux cresce in una famiglia normale visto che i genitori erano prima operai e poi gestori di un negozio di alimentari con caffetteria. Lei è una luce in un periodo difficile per il mondo e per lei: è appena scoppiata la seconda guerra mondiale e due anni prima i suoi avevano perso la loro figlia morta di difterite a 6 anni. La Ernaux si laurea e diventa una insegnante di lettere moderne in un liceo. Nel frattempo si sposa, ma durerà poco, e negli ’70 si avvicina al movimento femminista scrivendo anche articoli per “Le Monde”. Nel 1974 pubblica il suo primo romanzo, “Il posto“, che viene subito acclamato dalla critica. È l’inizio di una carriera che la porterà a pubblicare molti testi, a diventare un punto di riferimento per il movimento femminista di tutto il mondo e a vincere molti premi, dal Premio Strega Europeo al Premio Hemingway per la letteratura.
DI COSA PARLANO I LIBRI DI ANNIE ERNAUX
Nei suoi libri, Annie Ernaux racconta la sua vita. Ad esempio, in “L’evento” racconta di un aborto clandestino, in “Passione semplice” una storia d’amore con un amante russo, in “Una donna” la morte di sua madre e in “L’Usage de la photo” il tumore che l’ha colpita, in “L’altra figlia” scrive una lettera alla sorella mai conosciuta, in “Memoria di ragazza” racconta il suo primo rapporto sessuale, in “Il posto” narra la vita del padre, e così via.
È il suo stile personale che lei non ama definire “narrativa”, ma una “etnologa di se stessa”. Per capire meglio, l’etnologia è quella branca dell’antropologia che studia le diverse culture umane. Quindi è come se lei studiasse sé stessa comparandosi al mondo. Questo è un aspetto fondamentale per lei: è stata la stessa Annie Ernaux a voler rimuovere qualsiasi riferimento a un particolare genere letterario. Questo però non deve distrarre: il racconto della sua vita non è emozionale, non punta alla lacrime, lei si limita a raccontare i fatti come farebbe uno storico o un sociologo. Parla di lei, ma è come se parlasse di un “io” altro: descrive i fatti che spesso sono episodi, foto, ma in modo freddo, non ci sono abbellimenti o interpretazioni, tralascia le emozioni, mette uno spazio fra sé e i fatti. La sua esperienza personale serve come prodotto sociale solo in funzione di un messaggio, di un contesto, di uno spunto. E infatti, il pronome “elle” si alterna a “on” o “nous”.
DALLA PARTE DELLE DONNE
Ecco perché se è vero che lei racconta spesso di sé, poi i suoi libri trattano temi fondamentali, in particolare per le donne. Come l’aborto, la solitudine e la disillusione, la monotonia del matrimonio e tutto ciò che può spingere a una riflessione sulla condizione delle donne e a un loro miglioramento nel mondo. Ecco perché i suoi testi hanno attirato l’attenzione della commissione del premio Nobel.
«Ne “Gli anni” insisto sulle metamorfosi che le donne hanno subito, sugli eventi che le hanno cambiate: ripenso alle donne degli anni cinquanta, ripenso a mia madre paragonandola alla donna che sono oggi, alla donna del tutto diversa dal passato che sono diventata. Al centro del libro infatti vi è proprio questa evoluzione della donna nel tempo, in un confronto inesauribile fra ciò che era e ciò che è, fra il passato e il presente».
Ha spiegato di recente in un’intervista riferendosi a “Gli Anni“, uno dei suoi più grandi successi. La condizione della donna è un aspetto fondamentale a cui ha dedicato tutta la sua vita e non ha intenzione di smettere. Un altro aspetto su cui è molto concentrata è il diritto all’aborto:
«Lotterò fino al mio ultimo respiro affinché le donne possano scegliere se essere madri o meno: la contraccezione e il diritto all’aborto sono un diritto fondamentale, la matrice della libertà delle donne».
IL LEONE D’ORO A VENEZIA
Annie Ernaux è una scrittrice e come ogni scrittrice di successo ha visto trasformare in film alcune sue opere. In particolare c’è “La scelta di Anne – L’Événement”, tratto dal suo libro “L’evento”, che ha vinto il Leone d’oro al miglior film alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia nel 2021.
Ambientato nel 1963, il film racconta la storia di Anne, studentessa brillante e di modesta estrazione sociale, che si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata. A rischio è anche il futuro che si è prefigurata, in un’epoca in cui, in Francia, l’aborto è illegale.
Questo è il libro:
I ROMANZI ESSENZIALI
I suoi primi libri, “Gli armadi vuoti”, “Ce qu’ils disent ou rien” e “La Donna Gelata” costituiscono una trilogia di romanzi autobiografici narrati sotto forma di un monologo interiore retrospettivo. Lei, però, è conosciuta anche per molti altri libri, in particolare per “Gli Anni”, forse il suo libro migliore. Comunque, anche se andrebbero letti molti suoi libri, vi consigliamo alcuni testi che a nostro avviso eccellono fra gli altri:
Come accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? Un romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi.
La storia di un uomo raccontata con precisione chirurgica, senza compatimenti né miserabilismi, dalla figlia scrittrice.
Siamo nel 1952. L’universo dell’infanzia della Ernaux viene sconvolto da un episodio terrificante: suo padre cerca di uccidere la madre, salvata forse solo dal provvidenziale intervento della figlia dodicenne.
Non è fra i suoi libri più famosi, ma fra quelli che ci hanno incuriosito di più. In questo testo la Ernaux registra per un anno le sue visite al supermercato Auchan annotando le contraddizioni e le ritualità ma anche le insospettate tenerezze. Perché alla fine per studiare la vita non bisogna girare il mondo, basta guardarci intorno.
Foto: Nobel Prize
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