Chi è ROBERTINO: La storia del divo della musica che oggi è sconosciuto


È probabile che non hai mai sentito parlare di Robertino, il nome d’arte di Roberto Loreti, eppure per anni è stato il vanto della musica italiana all’estero. Sì, come tanti big della musica italiana, dei veri miti come Domenico Modugno, Claudio Villa, Bobby Solo e tanti altri. Per dire, oggi ci esaltiamo giustamente per il successo dei Maneskin che hanno successo anche all’estero, ma Robertino ha avuto molto molto molto più successo di quanto stanno ottenendo oggi i Maneskin. Eppure è sconosciuto alla stragrande maggioranza degli italiani.

GLI INIZI DI ROBERTINO

Nato a Roma il 22 ottobre 1946 nella zona del Quadraro sulla Tuscolana, Robertino nasce in una famiglia numerosa (i due genitori e otto figli) e povera. Già a 5 anni si recava nelle trattorie a cantare per i clienti pur di guadagnare qualche soldo. Il talento per la musica si sviluppa con le lezioni del tenore Tito Schipa e di Beniamino Gigli. Fra i tanti vip che frequentavano le trattorie dove lui cantava, fu Enzo Tortora a dargli la grande occasione presentandolo ad un concerto alla radio per nuovi talenti (che vinse dando il premio a sua madre che corse subito a venderlo al Monte dei pegni). A 14 anni lo scopre Volmer Sorensen, produttore e pianista danese, uno che a quei tempi suonava con Louis Armstrong, Gilbert Bécaud, Charles Aznavour, Sasha Distel. Sorensen gli fa incidere dei dischi in Danimarca che ottengono molto successo anche in altre nazioni del Nord Europa: solo il primo 45 giri vendette 28 milioni in tutta Europa. 28 milioni di copie. Non di visualizzazioni.

IL SUCCESSO IN ITALIA E ALL’ESTERO

A San Pietroburgo fu anche realizzato un francobollo con il suo volto.

A 16 si esibisce in un tour negli Stati Uniti dove si esibisce anche alla celebre Carnegie Hall di New York. In Messico era chiamato “Señor Simpatia” e riceveva 10 mila lettere al giorno. Quando le lettere erano di carta e non email. A 17 anni il suo primo festival di Sanremo che lo fa diventare famosissimo anche in Italia. A 18 si esibisce a Mosca prima della partita URSS-Italia. Non ha più limiti, vince Festival, premi, dischi d’oro, i suoi tour sono tutti sold-out in Italia e soprattutto all’estero dove continuano ad amarlo anche dopo gli anni ’70, quando in Italia iniziano a dimenticarsi di lui.
Per capire quanto fosse importante a quei tempi, Robertino ricorda al “Corriere della sera” un episodio:

«Quando Gronchi andò in visita in Russia, Kruscev, quello che sbatteva la scarpa all’Onu, si complimentò con “la patria di Michelangelo, Raffaello e Robertino”, ha capito, sì?»

Per chi non lo sapesse, Gronchi è stato il terzo Presidente della Repubblica Italiana dal 1955 al 1962. Krucev fu invece il primo Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica e figura fondamentale nella costruzione dell’URSS post-Stalin.
In Russia adoravano Robertino e gli fu confermato anche da Marcello Mastroianni:

«Mi raccontò che ogni volta che andava a Mosca gli dicevano sempre: “Ah, sei italiano come Robertino!”»

Sono gli anni in cui la musica italiana vira verso il cantautorato. Sono anni in cui le star della musica pop melodica vanno in crisi, anche Gianni Morandi viene quasi dimenticato. Questo in Italia, però, perché all’estero Robertino è ancora di moda e sempre più richiesto, dall’Islanda al Belgio, dall’Australia alla Siberia. E questo vale anche oggi che ha 75 anni e che ha un tour negli Stati Uniti previsto per l’autunno.

LE STORIE DI ROBERTINO

Robertino ha decine di aneddoti da raccontare quando lo invitano o lo intervistano. Al quotidiano, ad esempio, ha raccontato molte delle sue esperienze con i big del cinema e della musica di quegli anni: Totò gli dava 50 mila lire di mancia, Aldo Fabrizi gli pagava il pranzo, Papa Giovanni XXIII lo voleva come giovane cantante, con Claudio Villa giocava a carte, Orietta Berti gli chiese di andare a cena con lei, a Little Tony soffiò una fidanzata. Robertino è sempre stato amato dalle fan:

«Ah no, in Scandinavia le ragazze me le ritrovavo in camera, alcune mi toccava cacciarle… che glielo dico a fa’. Lì c’era l’usanza di lasciare le scarpe fuori dalla camera, in hotel, per farle lucidare, me le rubavano le ammiratrici»

«A Sanremo una cantante americana allora molto famosa, Timi Yuro, mi agguantò e mi buttò in una siepe. Una ballerina francese mi chiuse in camera con lei e lanciò la chiave dalla finestra. Io però ero un romantico, per andarci a letto dovevo provare almeno un po’ di sentimento»

I SUCCESSI DI ROBERTINO

Questa è solo una selezione dei suoi successi. In realtà Robertino è conosciuto soprattutto per le sue versioni di canzoni immortali, da “Torna a Surriento” a “Mamma”:

 

Foto: Soppakanuuna (wikipedia)

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